MARTA NATURALE
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Bio

Marta Naturale (1990) vive e lavora tra Noale e Venezia. Frequenta il corso di Pittura con il prof. Carlo Di Raco all'Accademia di Belle Arti di Venezia, concretizzando la sua ricerca attraverso le pratiche della pittura e del disegno. Si diploma nel 2019.
Prende parte a diverse esposizioni, tra cui la Collettiva dei giovani artisti Bevilacqua La Masa nelle edizioni 101ma e 102ma; allo Studio Tommaseo di Trieste con Opera Prima, a cura di Miriam Pertegato, Paola Bristot, Giuliana Carbi (2018); al Forte di Monte Ricco di Pieve di Cadore (BL), con Brain-tooling, a cura di Dolomiti Contemporanee (2018). Conclude il programma Studi d'Artista Bevilacqua la Masa 2018-2019 con la collettiva Opera Viva, a cura di Amerigo Nutolo. Dal 2021 è parte di Venice Time Case, mostra collettiva itinerante ideata da Luca Massimo Barbero. Con Francesca Antonini Arte Contemporanea (Roma) inaugura la sua prima personale La passeggiata (2021) a cura di Maria Chiara Valacchi. Espone a NContemporary (Milano) con il progetto personale Dietro casa (2022) e con la collettiva We are so fragile (2023). Nel 2022 è presente nella collettiva Small Fixations (2022), a cura di Chiara Nuzzi, presso la Fondazione ICA di Milano. Nel 2023 è invitata da La Quadriennale di Roma ad esporre all'interno del ciclo di mostre Portfolio. Sempre nel 2023 inaugura la sua prima personale all'estero con Marc Jancou Contemporary, in Svizzera.

Statement

La pratica artistica di Marta Naturale si fonda sul reale, ritenuto elemento di indagine imprescindibile e da interrogare costantemente, nel tentativo di avvicinarsi ad una sua comprensione.

Attraverso una sorta di attività esplorativa, che prende forma come passeggiata metaforica attraverso lo spazio e il tempo, le sue immagini vogliono scavare in ciò che apparentemente ci è già noto, evidenziandone invece tutta la complessità , l'ambiguità, la problematicità.

L'idea dell'abitare un luogo ed un momento temporale, non solo in senso fisico quanto esistenziale, permea la sua pittura. L'essere umano, assente nella sua corporeità, è sempre presente implicitamente e si incarna attraverso i segni che di sé lascia: negli interni domestici, concepiti a misura per le sue necessità, o nei paesaggi urbani dove si intrecciano elementi antropici e residui di mondo naturale apparentemente ammansito; ma anche attraverso il suo modo di occupare e vivere uno spazio, di percepirlo, di prendersene cura e soprattutto di attribuire significati a ciò che lo circonda.

L'immagine, rielaborata attraverso le stratificazioni pittoriche, permette l'emersione di una ulteriorità sfuggente e perturbante, che rimane latente e congelata nella materia pittorica, resistendo all'interrogazione dello sguardo.

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